L’importanza dello smaltimento dell’eternit per l’ecologia

Lo smaltimento eternit è un problema di vitale importanza per la salute dei cittadini e la tutela ambientale. Ma cos’è esattamente l’eternit? È stato inventato da un signore austriaco, Ludwig Hatschek, nel 1901: lo chiamò così per richiamare il termine latino “aeternitas”, quindi per esaltarne la resistenza.
In realtà, il nome scientifico della sostanza è fibro-cemento, essendo un composto di fibre di amianto e cemento. Già nel 1903 il brevetto dell’eternit fu messo in produzione in Svizzera e l’azienda [i]Schweizerische Eternitwerke[/i] vide in breve tempo fiorire i suoi affari, tanto che aprì vari stabilimenti, alcuni in Italia.

Eternit: da successo industriale a elemento pericoloso

A partire dagli anni Sessanta, numerose ricerche dimostrarono che la polvere di amianto, che si stacca dai manufatti in eternit logorati, è altamente tossica e causa una malattia chiamata asbestosi e il cancro. Finalmente, la legge n. 257, del 27 marzo 1992, ha vietato l’amianto e imposto lo smaltimento dell’eternit in tutta Italia.

Lo smaltimento eternit: dove e come agire

Possono essere molte le strutture in eternit all’interno di un edificio. Con esso sono state fabbricate tegole e lastre ondulate per tettoie, lastre per controsoffitti e coibentazioni, tubi di scarico e elementi elettrici, nonché serbatoi per l’acqua. Lo smaltimento eternit è assolutamente necessario e non procrastinabile se si rilevano segni di usura e sbriciolamento delle strutture. Come stabilito dalle normative specifiche e ampiamente illustrato dal Ministero della Salute, per effettuare lo smaltimento eternit è obbligatorio rivolgersi ad un’azienda specializzata, che sia iscritta all’Albo Nazionale delle Imprese Esercenti Servizi di Smaltimento Rifiuti. Solo queste imprese procedono senza mettere a rischio la salute dei lavoratori e dei residenti nella zona. Inoltre, una volta rimosso, l’eternit deve essere trasferito in apposite discariche e mai abbandonato all’aria aperta.